PARTE SECONDA
STORIA E CRONACA
SEZIONE PRIMA
DOCUMENTI E TESTIMONIANZE ESTRANEE ALL’ORDINE
(1526-1632)
SGUARDO D’INSIEME
TESTI E NOTE
a cura di
CONSTANZO CARGNONI
I FRATI CAPPUCCINI. Documenti e Testimonianze del Primo Secolo. A cura di COSTANZO CARGNONI. Roma 1982, II, 23-26.
SGUARDO D’INSIEME
In questa sezione documentaria, di incalcolabile valore storico per conoscere la riforma cappuccina, raggruppiamo in ordine logico e cronologico una serie di testimonianze che vedono, osservano, giudicano dall’esterno la vita cappuccina nel suo inizio e primo sviluppo. Praticamente è una visione del primo secolo cappuccino visto non dai cappuccini protagonisti, ma dagli altri, dagli estranei.
Essi da una parte garantiscono un’obiettività di presentazione del fenomeno «cappuccino» e, dall’altra, se assumono un tono acremente polemico o apologetico, servono a verificare il significato di una delle piú tribulate polemiche sorte, dopo le grandi diatribe degli Spirituali e dell’Osservanza, in seno all’Ordine francescano, sempre fecondo di «serafiche» battaglie.
E dal momento che, storicamente, i primi ad avvertire il sorgere della nuova riforma francescana furono i confratelli dell’Ordine e particolarmente gli osservanti, dai quali derivarono e si staccarono i cappuccini, presentiamo subito una raccolta di testi, per lo piú di estrazione osservantina, fervidi di contrasti polemici, dalla piú drastica opposizione al piú subdolo ridimensionamento e demitizzazione del fenomeno, ma anche decisamente comprensivi fino ad ammirare ed esaltare la nuova grazia di vita francescana apparsa nel sec. XVI (I. Testimonianze francescane estranee all’Ordine: docc. 1-13).
E sull’onda della controversia tra gli osservanti e i cappuccini si innesta e scivola vittoriosamente l’intervento «virile» di una gentildonna del Cinquecento, marchesa di Pescara, «la piú grande poetessa italiana», Vittoria Colonna (1490-1546). Presentiamo cosí, per la prima volta raggruppato insieme, l’epistolario «cappuccino» di V. Colonna, intendendo, con questo, le lettere scritte o ricevute dalla marchesa in favore dei cappuccini, in tutto 25 lettere. L’argomento è duplice: difesa della riforma cappuccina e ammirazione per la vita e predicazione evangelica di Bernardino Ochino, di cui segue tutta la parabola fino al dramma finale dell’apostasia. L’Ochino, come personaggio chiave della riforma cappuccina in quegli anni, a giudizio di queste e altre testimonianze estranee all’Ordine, condiziona molto l’epistolario di V. Colonna. Ad esso perciò aggiungiamo una piccola appendice di alcune lettere collegate alla figura di Ochino, sia nel momento «magico» della sua predicazione, sia nel momento tragico della sua fuga (II. Epistolario «cappuccino» di Vittoria Colonna: docc. 14-34).
Accanto a questa duplice serie di fonti, piú o meno condizionate da polemiche, si può porre una terza categoria di testimonianze storiche fornite da contemporanei estranei all’Ordine e fuori da ogni mischia interna, ma insieme favorevoli ai cappuccini, sia per partito preso nell’ambito della riforma cattolica pretridentina, sia per l’opportunità di servirsi dello zelo dei nuovi religiosi riformati allo scopo di tradurre in pratica i decreti di rinnovamento del concilio tridentino. Quest’ultimo evento, con la sua ufficiale approvazione della riforma cappuccina, fa da spartiacque tra i primi documenti importanti per la storia delle origini dell’Ordine, come ad es. l’intervento di P. Giustiniani e di C. Cybo, e altri dopo il Concilio che dànno piuttosto il senso della prima fortunata espansione cappuccina, soprattutto in Italia. Questa dilatazione geografica trova in san Felice da Cantalice la piú significativa dimensione spirituale e giustificazione ideale (III. Testimonianze varie sulle origini e primo sviluppo dell’Ordine: docc. 35-52).
Per l’omogeneità di documentazione, abbiamo aggiunto un quarto settore di documenti spulciati dall’enorme epistolario di san Carlo Borromeo: una serie di interventi coi quali il «vescovo ideale della riforma tridentina» appoggia l’espansione e la predicazione dei cappuccini, contribuendo alla fondazione di diversi loro conventi. In questa raccolta figurano ovviamente anche alcune lettere scritte al santo (IV. Dall’epistolario di san Carlo Borromeo: docc. 53-68).
Un caratteristico tipo di documentazione estranea all’Ordine è rappresentato dalle cronache cittadine e diari che possono trovarsi anche sotto forma di autobiografie o ricordi o registri di notizie o memorie storiche. L’osservatore esterno qui è di varia estrazione: o si tratta di suore che stilano le memorie dei loro monasteri, o di notai e di cronisti della città per tradizione di famiglia, o sono religiosi ed eruditi, o chierici e cardinali. Questa varietà di estrazione sociale contribuisce a presentare la venuta, la presenza e l’operosità spirituale e sociale dei cappuccini nelle varie città con particolari inediti efficacissimi, coloriti nel linguaggio e, spesso, immediati come tante istantanee (V. Cronache e Diari: docc. 69-91).
Complemento necessario di questa cronachistica cittadina sono le cosiddette «riformanze» dei vari Comuni, alle quali, per la loro importanza storica, è consacrata una particolare sezione di questa nostra raccolta documentaria (cf. parte II, sezione II: Testimonianze delle autorità pubbliche, a cura di C. Urbanelli).
Siccome le cronache, spesso, per non dire quasi sempre, documentano la predicazione dei cappuccini, causa ordinaria della fondazione dei loro conventi, abbiamo voluto raccogliere in questo senso alcune caratteristiche testimonianze sulla predicazione cappuccina del secondo Cinquecento e primo Seicento, periodo piú prolifico di insediamenti cappuccini, esemplificata su alcune figure emblematiche come Alfonso Lupo, Mattia Bellintani da Salò, Cristoforo Facciardi da Verucchio, Giacinto da Casale e, sinteticamente, in un anonimo cappuccino. Questa predicazione tipica risalta da lettere scritte da osservatori estranei magari per motivi letterari o politici, ma viene anche valutata autorevolmente, nel contesto della predicazione cattolica del tempo, come fa pensosamente il card. Federico Borromeo (VI. Testimonianze particolari sulla predicazione cappuccina: docc. 92-95).
Come conclusione di questa sezione, ci è parso importante e utile raggruppare alcune informazioni generali sull’Ordine cappuccino, redatte ora in forma sommaria, ora in modo piú analitico, sia in un contesto di elenco o catalogo di religioni riformate o di luoghi sacri di città, sia come capitolo di una storia di ordini religiosi, sia infine come annotazione particolare in una raccolta di documenti giuridici e pontifici. A sé stante è una presentazione «poetica» e succosa della vita cappuccina (VII. Informazioni generali sulla riforma cappuccina: docc. 96-105).