Presentazione di Flavio Roberto Carraro

I FRATI CAPPUCCINI

DOCUMENTI E TESTIMONIANZE DEL PRIMO SECOLO

A cura di COSTANZO CARGNONI

I

EFT
EDIZIONI FRATE INDOVINO
PERUGIA

L’opera è sata voluta dalla:
CONFERENZA ITALIANA
SUPERIORI PROVINCIALI CAPPUCCINI
Roma 1988

ALLA VERGINE CHIESA
SANTA MADRE DI DIO
MARIA
NELL’ANNO MARIANO

A SAN FELICE DA CANTALICE
“FONDATORE CARISMATICO”
DEI FRATI CAPPUCCINI
NEL IV CENTENARIO DELLA SUA MORTE
IMPLORANDO PER L’ORDINE FEDELTÀ
ALLA VOCAZIONE CAPPUCCINA

PRESENTAZIONE

di
FLAVIO ROBERTO CARRARO
Ministro generale ofmcap.

Carissimi fratelli,

il Signore vi guardi e vi benedica!

Il Signore, nella sua bontà, ci fa un grande dono che vi presento con straordinaria letizia: la raccolta sistematica dei documenti del primo secolo della nostra Fraternità cappuccina.

Certamente ricordate che il 1978 ha segnato per noi cappuccini un momento importante e forte della nostra vita: abbiamo celebrato i 450 anni di vita della nostra «bella e santa riforma».

Il clima era quanto mai favorevole ad una riflessione sulla nostra vita interna e sulla nostra presenza nella Chiesa e nel mondo. Avevamo vissuto con la grande Famiglia francescana i 750 anni dalla morte del nostro serafico padre e già ci stavamo preparando per celebrare l’ottavo centenario della sua nascita; si era in pieno clima francescano. A determinare il quale aveva concorso, in grande parte, la pubblicazione delle Fonti francescane (1977).

L’edizione aveva suscitato entusiasmo e provocato in tutti i figli e le figlie del padre san Francesco un impegno nuovo e quanto mai serio di revisione della propria vita e di messa a punto della propria identità.

Una identità che portava pure a cogliere le caratteristiche del carisma francescano evidenziate attraverso la storia nelle singole e differenziate presenze all’interno della grande Famiglia francescana.

E così, proprio in coincidenza con il nostro momento storico, in una riunione della CISP Cap. (della quale ero membro) è sorta l’idea di guardare pure dentro la casa nostra, con amore e rigore storico. La via migliore per farlo è parsa la pubblicazione di quelle che – per facile affinità – furono subito chiamate «Fonti cappuccine».

La proposta trovò vivi consensi e chiare critiche. Si pensava alla opportunità o meno della pubblicazione, ma, soprattutto, alla difficoltà tecnica della raccolta e adeguata sistemazione del materiale.

Si volle proseguire il cammino, senza nascondersi niente, perché la risposta alla iniziativa fosse criticamente motivata.

Il cammino, fra rallentamenti, soste e riprese, continuò. E il progetto prese forma quando, il 10 dicembre 1978, il compito è stato affidato a p. Costanzo Cargnoni dell’Istituto Storico dell’Ordine. Il caro confratello non ha piú abbandonato quel lavoro. Che anzi ha coinvolto molti altri fratelli dell’Ordine – d’Italia e di altri paesi d’Europa – esperti nell’uno o nell’altro settore che interessava la ricerca. In particolare fu interessato lo stesso Istituto Storico, di cui diversi confratelli hanno dato un loro specifico personale contributo. L’Istituto in quanto tale non si è assunto la pubblicazione, ma in ogni assemblea annuale ha potuto vedere, esami-nare, criticare, ecc. il progressivo cammino dell’opera e offrire i propri preziosi suggerimenti[1].

Così il lavoro è arrivato a maturazione.

Il p. Costanzo ne dà ampia e motivata presentazione.

Per parte mia non posso nascondervi che quando ho visto il cumulo di materiale dattiloscritto sul tavolo di questo nostro confratello sono stato preso da un senso vivo e profondo di commozione, come al vedere per la prima volta tutti i ricordi della propria infanzia, anzi della storia della propria famiglia = freschezza delle origini e ricchezza della tradizione. Perché la tradizione, sembra a me, è come un grande lago di montagna che alimenta un fiume. Lungo il percorso a valle, questo si arricchisce di nuove acque, ma la corrente viva, fresca, pulita, viene sempre da lassù, dall’origine del suo corso. E le altre acque, prima di farle confluire, bisogna depurarle con precisa sensibilità ecologica.

Fratelli, è il nostro quotidiano impegno.

Ma è anche un atto di convinta «obbedienza e riverenza al signor papa» Giovanni Paolo II, che, nell’udienza concessa il 5 luglio 1982 al nostro capitolo generale, disse espressamente:

«Nel decreto Perfectae Caritatis del Concilio Ecumenico Vaticano Il è scritto che il rinnovamento della vita religiosa comporta il continuo ritorno alle forme di ogni vita cristiana e alla primitiva ispirazione degli istituti e nello stesso tempo l’adattamento degli istituti stessi alle mutate condizioni dei tempi (n. 2). Di queste due esigenze fondamentali – ritorno alle fonti e adattamento ai tempi -, negli anni immediatamente successivi al Concilio, è stato accentuato soprattutto, e per motivi comprensibili, il secondo aspetto, e cioè l’adattamento a quelle che lo stesso testo conci-lare chiama ‘le necessità dell’apostolato, le esigenze della cultura e le circostanze sociali ed economiche’ (n. 3). In questa linea anche voi Cappuccini avete, in diverse riprese, riveduto le vostre Costituzioni e la vostra vita, per renderle più rispondenti alle esigenze dei tempi e alle direttive elaborate dalla Chiesa nel Concilio Vaticano II.

Ora, però, portato a termine nei suoi aspetti essenziali questo sforzo di aggiornamento, avete sentito il bisogno anche voi – come, del resto, molti altri istituti nella Chiesa – di rivolgervi con rinnovato impegno a quell’altra primaria esigenza che il testo conciliare chiama il continuo ritorno alle fonti. Questo non per rinnegare o accantonare i legittimi adattamenti e i valori nuovi scoperti e sperimentati in questi anni, ma piuttosto per vivificare anch’essi, innestandoli sul tronco vivo della tradizione dalla quale il vostro Ordine trae la sua fisionomia e la sua forza» cf. AO 98 [1982] 191s).

Un impegno che ci porta a confrontare, ma in maniera esistenziale, la ricchezza delle nostre origini e la realtà attuale, interna ed esterna all’Ordine, dopo un cammino di quattro secoli e mezzo.

II S. Padre ci ha detto ancora: «Il carisma del vostro Ordine, sorto dal robusto albero piantato da Francesco d’Assisi, si caratterizza per la pratica fervorosa della preghiera, congiuntamente a quella ‘perfetta letizia’ (Gc 1,2), che non viene dal mondo, ma da una profonda comunione contemplativa con Gesú crocifisso e risorto. Se il cammino di questi ultimi anni vi ha portati ad una attività apostolica forse troppo intensa e dispersiva, è ora di rivedere le vostre scelte a questo riguardo. Date maggior tempo e cuore e mente a Dio! Insegnate con la vita ai fratelli che Dio ha diritti sacrosanti nell’esistenza dell’uomo, e non può essere relegato all’ultimo posto della casa, all’ultimo momento della giornata. La ricerca dell’intimità con Lui deve essere l’insonne impegno dei vostri giorni» (Ai ministri provinciali cappuccini italiani, 1 marzo 1984: cf. AO 100 [1984] 59.

Rivolgo ora una parola di ringraziamento ai nostrai fratelli della Conferenza italiana che hanno voluto quest’opera, e a tutti i collaboratori. Ma in modo tutto particolare, e attingendo anche alla sensibilità di tutti i fratelli dell’Ordine, dico Grazie! al carissimo fra Costanzo Cargnoni.

L’opera vede la luce in quest’anno che è, allo stesso tempo, anno dedicato alla Vergine e anno che compie il quarto secolo dalla morte di S. Felice da Cantalice, che riteniamo il «fondatore carismatico» della nostra Riforma.

Alla protezione della Vergine Immacolata, patrona del nostro Ordine, e all’intercessione potente del nostro Santo Fratello, affidiamo la nostra ansia di fedeltà e il quotidiano impegno a viverla, «affinché interiormente purificati, interiormente illuminati ed accesi dal fuoco dello Spirito Santo, possiamo seguire le orme del Figlio» di Dio, il Signore nostro Gesù Cristo e giungere al Padre con l’aiuto della sua sola grazia (cf. LCap: FF 223).

A ciascuno di voi la mia più ampia benedizione, con l’auzurio di «pace vera dal cielo e sincera carità nel Signore» (Lf: FF 179).

Roma, 18 maggio 1988

Festa di S. Felice da Cantalice

fr. Flavio Roberto Carraro
ministro generale OFM Cap.

  1. Sugli Atti della CISP Cap. sono segnalate le notizie fondamentali che si riferiscono ai vari incontri, discussioni, progetti, ripetute nomine di commissioni, rinunce di collaboratori, riprese, incertezze e insistenze, incoraggiamenti e aggiornamenti di metodo, di organizzazione e programmazione. Diamo qui i diversi riferimenti: Atti, cit., n. 18 (1978) 7, n. 4 (= Assemblea CISP Cap., Padova, 29 marzo 1978); IV adunanza del Consiglio Nazionale (Roma, 27 sett. ’78), ibid., 12; XXXI Assemblea (Collevalenza, 10 nov. ’78), ibid., n. 19 (1979) 57, n. 7; I riunione commissione per le «fonti cappuccine» (Roma, 19 gennaio ’79), ibid., 60s; II riunione commissione (Roma, 9 aprile ’79), ibid., 62s; nuova commissione (Roma, 26 dic. ’79), ibid., 81; I riunione della nuova commissione (Roma, 20 febbr. ’80), ibid., n. 20 (1980) 28-31, incontro dei collaboratori per l’edizione (Roma, 13 dic. ’80), ibid., 31s; nuovo segretario e coordinatore (Roma, 25 sett. ’80), ibid., 53s; assemblea del 13.14 gennaio ’81, ibid., n. 21 (1981) 37; dimissioni del presidente delle «fonti cappuccine» (Loreto, 25 sett. ’82), ibid, n. 22 (1982) 36s; piano definitivo, ibid., 44s; a che punto sono le «fonti cappuccine» (17 dic. ’83), ibid., n. 23 (1983) 34; riunione sulle «fonti cappuccine» (sede Istituto Storico, 30 ott. ’84); ibid., n. 24 (1984) 31s; altre notizie, ibid, n. 25 (1985) 24s: e così nei successivi numeri.